Approvata dalla Regione la delibera con le modalità di riparto del Fondo regionale per la Montagna 2018-2020

Approvata dalla Regione la delibera con le modalità di riparto del Fondo regionale per la Montagna 2018-2020

E’ stata approvata dalla Giunta regionale il 19 marzo scorso la Delibera n. 392/2018 che stabilisce i criteri per riparto delle risorse del Fondo regionale Montagna stanziate nel Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2018-2020 e le modalità per predisporre i programmi triennali. Si tratta di complessivi 14 milioni di euro (6 milioni per il 2018 e 4 milioni ciascuno per il 2019 e 2020) messi a bilancio

anche a seguito dell’accoglimento degli emendamenti presentati da UNCEM, che chiedeva l’aumento a 6 milioni di euro dei 4 inizialmente previsti per il 2018. L’impegno triennale del bilancio regionale avviene sulla base della modifica alla Legge regionale n. 2/2004 (Legge sulla Montagna) approvata dalla Regione nel dicembre scorso anche su richiesta dell’UNCEM. Ora le nuove disposizioni prevedono una programmazione triennale per gli interventi nei territori montani da parte delle Unioni, che vedono così rafforzato il loro ruolo di programmazione pluriennale nell’ambito dei rispettivi territori, superando la logica annuale dei precedentiProgrammi annuali operativi(PAO).
Grande soddisfazione da parte del presidente UNCEM Giovanni Battista Pasini, che ha visto accolte le richieste fatte dalla stessa UNCEM alla Regione in sede di approvazione del nuovo Bilancio: «Con l’introduzione delle modifiche che abbiamo portato avanti con molta determinazione - dice Pasini - le Unioni potranno beneficiare di una semplificazione procedurale e di una maggiore efficacia dei propri interventi, ora distribuiti sul triennio con ben 14 milioni di euro a disposizione».
La Delibera regionale prevede il consueto riparto stabilito dal vigente Programma regionale per la Montagna secondo i parametri del 60% in proporzione alla superficie delle zone montane e il 40% in proporzione alla popolazione residente nelle stesse zone. Gli interventi ammessi riguardano gli ambiti della viabilità, delle infrastrutture e dell’assetto idrogeologico dei territori e si configurano come investimenti pubblici, con spese riferite a opere nuove, di completamento, manutenzioni straordinarie e acquisizione di beni immobili o mobili.
La prima scadenza, entro la quale le Unioni devono trasmettere alla Regione i propri Programmi triennali di investimento è fissata al prossimo 18 maggio.

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