Conferenza regionale di verifica sull’attività dei Consorzi di Bonifica: il presidente UNCEM Pasini giudica insufficiente la contribuenza destinata alla montagna

Conferenza regionale di verifica sull’attività dei Consorzi di Bonifica: il presidente UNCEM Pasini giudica insufficiente la contribuenza destinata alla montagna

Si è tenuta il 4 luglio scorso in Regione la conferenza prevista dal protocollo a suo tempo siglato fra la Regione Emilia-Romagna, l’UNCEM e l’ANBI finalizzata ad una verifica annuale sullo stato di attuazione di quanto previsto dalla Legge regionale relativa all’attività di bonifica in montagna.

Più precisamente, per verificare quanto venga incassato dai Consorzi di Bonifica dalla contribuenza montana e di quanto questi introiti siano investiti in opere e interventi nei territori di montagna, come previsto dalla legge regionale n. 7 del 2012, al netto di una quota proporzionale di spese generali di funzionamento dei Consorzi stessi.
Nella conferenza regionale non è mancato il confronto, anche animato, proprio sul punto nodale della quota percentuale effettiva della contribuenza che “ritorna” in montagna sotto forma di interventi sul territorio. I dati del 2016 certificati dalla Regione sulla base di quelli dell’ANBI, attestano che la montagna emiliano-romagnola versa complessivamente ai Consorzi di Bonifica poco meno di 18 milioni di euro annui, dei quali quasi 7 sono reinvestiti in lavori sull’Appennino. Se a questo si aggiungono i costi per il personale tecnico e quelli amministrativi (4 milioni e 700 mila euro), la quota percentuale complessiva destinata al comprensorio montano supera di poco il 66 per cento.
«Una percentuale basata sui dati forniti dai Consorzi e non suffragata da riscontri oggettivi – ha detto contrariato Giovanni Battista Pasini, presidente dell’UNCEM Emilia-Romagna – che riteniamo in ogni caso insoddisfacente e non rispondente a ciò che prevede la legge. Se anche la prendessimo per buona, rimane ancora un sostanzioso 34 per cento, corrispondente a circa 6 milioni di euro, assorbito da imprecisati costi di funzionamento e tenuta catasto che non viene reinvestito in montagna».
L’UNCEM ha avuto un ruolo importante nella stesura della nuova legge nel 2012 (definita nella Conferenza ancora “molto avanzata”) e nel successivo Protocollo d’intesa fra Regione Emilia-Romagna, UNCEM e ANBI. «Riconosco che ci sono segnali positivi rispetto al passato e che non tutti i Consorzi sono uguali – ha detto ancora Pasini – ma siamo lontani dalla piena attuazione della legge e dalle quota di contribuenza versata dai cittadini, proprietari di terreni ed immobili in montagna, che dovrebbe essere reinvestita nelle zone montane».
Il presidente UNCEM, nel suo intervento alla Conferenza, rivolgendosi alla Regione rappresentata dall’assessore all’agricoltura Simona Caselli e dall’assessore alla difesa del suolo e alla montagna Paola Gazzolo, entrambe presenti, ha chiesto “un impegno affinché la legge regionale sia pienamente applicata e che le risorse introitate dalla montagna ritornino alla montagna. Solo così si garantisce trasparenza e credibilità verso i cittadini e si giustifica la contribuenza”.

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