L’UNCEM Emilia-Romagna con l’assessore regionale al bilancio Petitti, ANCI e Città metropolitana ad un incontro per rilanciare il confronto con Poste Italiane.
Il 15 novembre scorso si è svolto in Regione un incontro tra l’assessore regionale al bilancio e al riordino istituzionale, Emma Petitti, il presidente UNCEM Emilia-Romagna, Giovanni Battista Pasini e i rappresentanti di ANCI e Città metropolitana di Bologna con i dirigenti di Poste Italiane, riguardo l’annosa questione delle chiusure degli uffici postali e dell’organizzazione della distribuzione della posta nei centri minori, in montagna in particolare.
Un incontro nel quale Poste Italiane ha comunicato che nel 2017 non vi saranno altre chiusure di uffici postali nei comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, comunicando, al contempo, il completamento, nel mese di ottobre, del nuovo modello organizzativo di recapito della posta. In merito ai disagi segnalati nei mesi scorsi, l’azienda ha riconosciuto la presenza di qualche episodio di assestamento, sostenendo che la situazione sta per tornare alla normalità grazie all’utilizzo di “correttivi di progettazione” che dovrebbero garantire – è stato detto – “nessuna riduzione della qualità del servizio per gli utenti”.
Un incontro interlocutorio, di fatto, dove Poste Italiane ha mantenuto fermi i provvedimenti di “smantellamento” della rete e dei servizi messi in atto negli ultimi anni, pur tuttavia con una nuova apertura al confronto. Il presidente dell’UNCEM regionale Pasini ha così commentato l’incontro: «E’ positivo che Poste Italiane abbia sentito l’esigenza di riaprire un tavolo di confronto con la Regione e con le Istituzioni locali dopo la rigidità tenuta negli anni scorsi, che ha portato alla chiusura di numerosi uffici postali e alla riduzione del servizio in molti altri, soprattutto in montagna. Nell’illustrare le nuove strategie ed i nuovi servizi offerti, oltre alla rassicurazione che non sono previste ulteriori chiusure di uffici postali, i dirigenti di Poste Italiane hanno anche avanzato la proposta di sottoscrizione di un protocollo di intesa. Da parte mia, nel salutare positivamente questo nuovo approccio, ho posto, quale condizione preliminare per addivenire ad un possibile accordo, la rivisitazione del piano di razionalizzazione attuato senza alcun accordo nel 2015 e completato nel 2016. Ho messo anche in evidenza due elementi nuovi che nel frattempo sono intervenuti: la recente risoluzione del Parlamento Europeo e la posizione espressa dal sottosegretario con delega alle comunicazioni Antonello Giacomelli, entrambe assunte a salvaguardia del servizio postale nelle zone periferiche e di montagna di cui si deve necessariamente tenere conto».