Alla Conferenza annuale sull’attività dei Consorzi di Bonifica l’UNCEM esprime soddisfazione per la percentuale degli investimenti nelle zone montane

La Conferenza regionale prevista dal Protocollo di intesa sottoscritto da ANBI, UNCEM e Regione Emilia Romagna tenutasi a Bologna lo scorso 19 giugno per la verifica annuale dello stato di attuazione e sul raggiungimento degli obiettivi indicati nella Legge regionale n. 7/2012, ha rappresentato un passaggio importante. Infatti, come è noto, la Conferenza è finalizzata a verificare lo stato di attuazione di quanto

previsto dalla legge relativamente all’attività di bonifica in montagna svolta dai Consorzi di Bonifica. Più precisamente, per verificare quanto venga incassato dai Consorzi dalla contribuenza montana e quanto di questi introiti siano investiti in opere e interventi nei territori di montagna, al netto di una quota proporzionale di spese generali di funzionamento dei Consorzi stessi.
La Conferenza ha permesso di conoscere i dati del 2017, che hanno evidenziato come gli investimenti nelle aree montane abbiano raggiunto il 73,5% dei contributi di bonifica riscossi dai Consorzi, con 431 interventi realizzati per un importo di oltre 13,5 milioni di euro su un totale di 18,4 milioni riscossi. Dai dati presentati del consuntivo 2017 è emerso come vi sia stato un incremento del 7,27% delle risorse investite in montagna rispetto al consuntivo 2016. Un “salto di qualità significativo” lo ha definito il presidente dell’UNCEM Giovanni Battista Pasini, mettendo in evidenza “l’efficacia del Protocollo d’intesa di cui l’UNCEM fu promotrice, sulla base del quale per il terzo anno si tiene la Conferenza”. Pasini ha poi espresso un giudizio molto positivo anche sulla Legge regionale che “alla prova dei fatti, si sta dimostrando particolarmente efficace”. Richiamando poi i suoi giudizi critici espressi nel passato, con altrettanta franchezza ha detto: «Registriamo con soddisfazione questi dati positivi, con un buon aumento delle risorse rispetto all’anno scorso che segnano una decisa inversione di tendenza rispetto al passato. Questo sta a dimostrare che vi erano le condizioni per aumentare gli investimenti da parte dei Consorzi in montagna. Naturalmente - ha concluso Pasini - si tratta di un percorso avviato e credo vi possano essere ancora margini di miglioramento, che vanno ricercati nella maggiore uniformità di impegno da parte di tutti i Consorzi, prendendo a riferimento le gestioni più virtuose e la diminuzione delle spese burocratiche e gestionali. Se tutti i Consorzi faranno questo sforzo è credibile arrivare all’80% di investito rispetto all’introitato dalla contribuenza».
Nella relazione presentata dai tecnici dell’ANBI, risulta come i lavori realizzati abbiano riguardato il presidio di torrenti e fossi minori, il consolidamento dei versanti, la manutenzione della vegetazione lungo i corsi d’acqua, delle strade e degli acquedotti montani. «La montagna è la casa di tutti - ha detto ancora Pasini - e difendere la montagna e prevenirne il dissesto significa proteggere anche la pianura. Vi deve essere consapevolezza rispetto a questo concetto, occorre superare l’approccio “assistenzialista” verso la montagna. C’è bisogno di rafforzare ulteriormente la programmazione, che va fatta bacino per bacino, superando la “logica emergenziale”».
Un lavoro collegiale con procedure più rapide e interventi più efficaci sul quale i partecipanti alla Conferenza si sono detti tutti d’accordo, dal presidente ANBI Emilia-Romagna Massimiliano Pederzoli agli assessori regionali alla difesa del suolo, Paola Gazzolo e all’agricoltura, Simona Caselli, alle quali sono state affidate le conclusioni dell’assemblea.

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