Ordine del Giorno relativo alle norme afferenti il Servizio Idrico Integrato

Ordine del Giorno relativo alle norme afferenti il Servizio Idrico Integrato

Di seguito, l'Ordine del Giorno relativo alle norme afferenti il S.I.I. che la Giunta Esecutiva di UNCEM Emilia Romagna ha approvato il 12 maggio 2010.

Il Consiglio Comunale di …
Il Consiglio della Comunità Montana di …
Il Consiglio dell’Unione dei Comuni Montani di …

Premesso che L’acqua è una risorsa naturale di vitale importanza la cui disponibilità deve essere garantita a tutti gli uomini in ogni luogo. Questo principio è tanto elementare da apparire scontato; così non è se consideriamo che per molte popolazioni di vaste aree del mondo l’accesso all’acqua è precluso ed è origine di carestie, di epidemie e causa di morte. Le Nazioni Unite prevedono che la mancanza dell’acqua, anche sotto la spinta dell’aumento demografico sarà la causa principale di tensioni e di confitti nel mondo. L’Unione Europea da tempo ha adottato delle Direttive a valere su tutti i Paesi membri finalizzate a garantire l’accesso all’acqua a tutti i cittadini, a salvaguardarne la qualità, a contenere i consumi ed eliminare gli sprechi. A questi principi è orientata la Legge n° 36 del 1994, nota come Legge Galli, che facendo proprie le direttive Comunitarie ha stabilito che “tutte le acque sono pubbliche e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà. Qualsiasi uso delle acque è effettuato salvaguardando le aspettative ed i diritti delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale”. La norma prevede altresì l’organizzazione del Servizio Idrico Integrato per Ambiti Territoriali Ottimali a dimensione minima provinciale. Le norme vigenti, sempre in ottemperanza alle Direttive comunitarie sulla liberalizzazione dei servizi pubblici, prevedono altresì la netta separazione fra soggetto titolare del servizio, nonché proprietario delle reti e degli impianti, e soggetto gestore avente carattere imprenditoriale, che deve corrispondere a criteri di efficienza, di efficacia e di economicità. La individuazione dei gestori dopo un periodo transitorio deve avvenire con procedure concorsuali e competitive. Sulla base di queste direttive la Regione Emilia-Romagna ha adottato una propria disciplina con la Legge 25/99 che in generale nei primi anni di attuazione ha conseguito importanti e significativi risultati quali: l’aver avviato ad unitarietà l’intero ciclo idrico, il progressivo superamento della frammentazione delle molteplici gestioni preesistenti, l’uso solidale fra territori della risorsa acqua con la conseguente progressiva eliminazione delle zone carenti, la riduzione del numero delle tariffe ed una maggiore omogeneità fra loro. Con l’adozione delle tariffe d’ambito e di modelli gestionali aventi carattere industriale, è stata realizzata e programmata una notevole mole di investimenti indispensabili per assicurare, anche per il futuro, il bene acqua al sistema produttivo e per garantire un diritto inalienabile a tutti i cittadini dell’Emilia-Romagna. Questo è avvenuto senza più gravare sui bilanci comunali, quindi sulla fiscalità generale ed ha consentito l’attuazione di politiche sociali a favore delle categorie più deboli. La montagna, in generale per le zone che hanno aderito Servizio Idrico Integrato, ha potuto beneficiare di questa impostazione, avendo ottenuto importanti investimenti per razionalizzare ed ammodernare le reti e gli impianti; sono state migliorate e quasi completamente superate le zone carenti e le stesse tariffe riservate alla montagna sono risultate mediamente più basse. I Comuni Montani, attraverso le Agenzie d’Ambito, hanno potuto partecipare attivamente alla definizione delle scelte tariffarie e degli investimenti, oltre che esercitare il controllo sui rispettivi gestori. A fronte di un giudizio complessivamente positivo anche per la montagna di questa prima fase di avvio della disciplina sul Servizio Idrico Integrato, non va dimenticato che la montagna è il luogo dove la risorsa idrica si forma e che va ad alimentare le diverse fonti di prelievo e di accumulo. Questa peculiarità della montagna, che spesso pone anche vincoli ambientali di salvaguardia, finora non è stata adeguatamente valorizzata e riconosciuta. Il bilancio complessivo di questi primi anni di applicazione del nuovo modello organizzativo e del nuovo regime di gestione e di regolazione del Servizio Idrico Integrato in Emilia-Romagna, è generalmente positivo. L’esperienza maturata finora dovrebbe costituire la base per migliorare ulteriormente il ruolo e l’efficacia delle Autorità d’Ambito, per rendere più incisiva la potestà dei Comuni nel determinare le scelte e per superare i limiti ed i problemi in quelle realtà dove ancora si manifestano. Tutto ciò premesso, l’UNCEM Emilia-Romagna e il Consiglio Comunale …………. esprimono una forte preoccupazione per i recenti provvedimenti assunti dal Governo ed approvati dal Parlamento con particolare riferimento al D.L. 135/2009 convertito in Legge 166/2009 ed al D.L. 2/2010 convertito in legge 42/2010. in quanto il D.L. 135/09 accelera il processo di liberalizzazione delle gestioni dell’acqua sempre più spinte verso affidamenti a società prevalentemente private; costringe inoltre alla marginalità la presenza dei Comuni nelle società di gestione che gli stessi avevano costituito, rendendo residuale la possibilità per i Comuni di dotarsi di società da essi controllate (società in house) per la gestione del Servizio Idrico Integrato. Oltre alla perdita per legge della facoltà dei Comuni di mantenere, se lo vogliono, il controllo delle società da loro costituite sulla base delle disposizioni vigenti, si va a produrre un grave danno patrimoniale ai Comuni stessi, costretti a svendere le proprie quote azionarie o societarie; inoltre Il D.L. 2/10, in sede di conversione in legge, ha disposto la soppressione delle Autorità d’Ambito territoriale che, essendo costituite da tutti i Comuni, avevano la funzione di regolare e di esercitare il controllo sui gestori del Servizio Idrico Integrato. La norma prevede che entro un anno dalla sua conversione le Regioni dovranno attribuire le funzioni da esse esercitate “nel rispetto dei principi di sussidiarietà, di differenziazione e di adeguatezza”. Considerato che - con questi due provvedimenti, decisi dal Governo ed approvati dal Parlamento, da una parte si accelera e si rafforza la privatizzazione della gestione dell’acqua e dall’altra si indebolisce la fondamentale potestà di controllo pubblico rendendolo incerto e inefficace; - indebolire il ruolo dei Comuni, sia in quanto rappresentanti dei diritti dei cittadini che titolari dei servizi pubblici, significa ridurre la capacità di controllo pubblico sulle tariffe, sugli investimenti e sull’insorgere di eventuali fenomeni speculativi; - il processo di liberalizzazione della gestione dei servizi pubblici, fra cui il S.I.I., che l’Unione Europea impone, non comporta l’espropriazione ai Comuni del proprio ruolo, ma necessita di un più forte strumento di regolazione e di controllo pubblico; - gestioni affidate con metodi competitivi, improntate su basi industriali di efficienza e di trasparenza, debbono essere bilanciate da una forte ed autorevole Autorità di regolazione e di controllo, partecipata dai Comuni con il coinvolgimento delle rappresentanze dei consumatori e degli utenti. L’UNCEM Emilia-Romagna e il Consiglio Comunale ……….. ritengono che solo così si possa realmente salvaguardare l’acqua quale “bene pubblico” per garantirla a tutti i cittadini, di tutti i territori al giusto prezzo, riconoscendo altresì ai territori montani, dove essa si genera, un equo ritorno in termini di risorse da destinare ai ripristini ed alla qualificazione ambientale sottolineano la necessità che il Parlamento riveda con urgenza l’art. 15 del D.L. 135/09, come convertito con la Legge 166/09, eliminando le limitazioni “ope legis” alla partecipazione dei Comuni alle Società di capitale per la gestione del S.I.I. e di rendere praticabile per i Comuni, dove le condizioni lo consentono e lo rendono sostenibile, l’eventuale ricorso a società di gestione “in house” chiedono alla Regione Emilia-Romagna, sulla base di quanto disposto dall’art. 1 del D.L. 2/2010, di avviare un confronto con il sistema degli Enti Locali che, sulla base della positiva esperienza finora conseguita con la Legge 25/1999, confermi e rafforzi: - il valore fondamentale dell’acqua quale rilevante bene pubblico collettivo - la gestione del S.I.I. su base industriale, efficiente e senza sprechi - nell’ambito della riforma, la capacità di regolazione e di controllo pubblico della risorsa idrica e dell’intero ciclo integrato - il primario ruolo dei Comuni, indipendentemente dalla loro dimensione demografica, a partecipare direttamente o attraverso le loro forme associative all’esercizio della potestà di regolazione e di controllo sulle gestioni affidate - il diritto dei Comuni Montani, in applicazione del principio di solidarietà di cui all’art. 1 della Legge 36/1994, di ottenere specifiche agevolazioni nell’ambito delle articolazioni tariffarie - il riconoscimento ai territori montani, a valere sulle tariffe d’ambito, di quote da destinare per attività di difesa del suolo e di tutela dell’assetto idrogeologico. Infine l’UNCEM Emilia-Romagna e il Consiglio Comunale di ………. ritengono che il recepimento delle indicazioni sopra richiamate possa dare una soddisfacente risposta anche alle giuste preoccupazioni che vengono poste alla base dei quesiti referendari in corso di proposizione.

Image

UNCEM EMILIA-ROMAGNA
Via Innocenzo Malvasia, 6 - scala B - 7° piano
40131 Bologna Italia
Tel: +39 051 649.49.64  Fax: +39 051 649.43.21

segreteria@uncem.emilia-romagna.it
segreteria@pec.uncem.emilia-romagna.it 

Orario Uffici:
Dal lunedi al giovedi dalle ore 9:00 alle ore 16:00
Venerdi: dalle ore 9:00 alle ore 14:00