SINDACI DELLA MONTAGNA - La parola al sindaco di Castelnovo ne’ Monti, Enrico Bini

Può tracciare un profilo del suo Comune “in positivo”?
Il Comune di Castelnovo ne’ Monti è il capo comprensorio dell’Appennino Reggiano, un’area di 800 km. quadrati, con una popolazione di 33.000 abitanti.

Castelnovo rappresenta il punto di riferimento in termini di servizi per quest’area vasta, ha un’economia che storicamente si basa sull’agricoltura, l’edilizia, il terziario, il turismo. Nell’ambito agricolo spicca la produzione del Parmigiano Reggiano di Montagna, che connota profondamente il territorio con le foraggere e le stalle diffuse; l’edilizia, dopo un periodo che denotava difficoltà, ora è in forte ripresa, sia per gli incentivi del Governo, che per la spinta a scegliere come luoghi dove vivere i territori con un’alta qualità ambientale: in questo senso è stata importante anche la sovvenzione della Regione Emilia-Romagna alle giovani coppie che hanno scelto di acquistare la prima casa nelle zone montane. Abbiamo una rete commerciale molto sviluppata, che si integra perfettamente anche con le azioni per la promozione turistica: in questi anni la nostra principale eccellenza ambientale, la Pietra di Bismantova, ha assunto un richiamo di livello nazionale e anche oltre.

Di contro, quali sono i principali problemi che affliggono il suo Comune?
Ci troviamo ogni giorno a doverci impegnare fortemente per la salvaguardia e il rafforzamento di servizi che sono fondamentali per la tenuta socio economica. Possiamo contare su un ospedale, il Sant’Anna, che è considerato uno dei tre più importanti nel sistema provinciale reggiano; abbiamo un buon sistema scolastico, che arriva ad offrire ai nostri giovani quasi tutti gli indirizzi delle scuole superiori. Ma per anni, si è scelto di guardare per il mantenimento di questi servizi a parametri numerici, che per noi sono ovviamente molto difficili da mantenere. Fortunatamente nell’ultimo periodo assistiamo a un cambiamento di paradigma e di prospettiva: ci si è resi conto, a livello nazionale, che per salvaguardare i territori decentrati e montani la tenuta dei servizi è essenziale. Un altro aspetto complesso è quello dell’occupazione per i giovani: anche in questo senso abbiamo vissuto a lungo grandi difficoltà perché i principali poli produttivi erano distanti da noi, ma anche qui vediamo che oggi tanti ragazzi decidono di investire la loro professionalità sul territorio, e alcune aziende lungimiranti mantengono o addirittura trasferiscono la loro sede in Appennino, nella consapevolezza che produrre qui può rappresentare un valore aggiunto, per moltissimi settori.

Quali sono gli interventi prioritari per risolvere questi problemi? In quale direzione state lavorando? Servirebbero risorse esterne?
Un tema annoso sono gli investimenti sulla viabilità: la principale arteria di collegamento tra il nostro comune e la città di Reggio Emilia è la Strada Statale 63, che è stata ammodernata in modo consistente negli ultimi 30 anni, ma presenta ancora la necessità di sistemare diversi tratti. Avvicinare il crinale e la pianura è una sfida essenziale per il futuro di Castelnovo e di tutto l’Appennino reggiano. Così come dobbiamo migliorare le infrastrutture digitali: negli ultimi anni tanti professionisti si sono resi conto che è possibile vivere qui e svolgere il lavoro agile, ma una copertura internet rapida e capillare è imprescindibile. Poter contare su risorse esterne è indispensabile: i piccoli Comuni non hanno strumenti sufficienti. Ormai da 8 anni noi abbiamo scelto di puntare con decisione sulla Strategia Aree Interne: siamo stati tra i primi territori a capirne l’importanza, e siamo diventati un’area pilota che attraverso progetti sui servizi, l’agricoltura, la mobilità, la sanità, la formazione e la scuola è riuscita a mettere in moto quasi 30 milioni di investimenti. Ora guardiamo con fiducia alle prossime programmazioni della SNAI ma anche alle azioni inserite nel PNRR che pongono attenzione ai territori decentrati.

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